In occasione del terzo incontro annuale di Parole O_Stili SWG ha elaborato una ricerca sull’odio e la falsità in rete. È il terzo capitolo di un’analisi che mette a confronto i dati registrati nel 2017 e nel 2018.
I RISULTATI
Insicurezza e vulnerabilità online
Dai risultati emerge una sensibile crescita (+ 13%) della paura di abboccare alle fake news sui social e in Rete: si passa dal 26% del 2017 al 39% del 2019. Aumenta quindi il senso di insicurezza e vulnerabilità di chi naviga sul web.
In crescita del 4% anche il rischio di subire episodi di odio e di violenza verbale (bullismo, diffamazione, denigrazione, ecc): dall’11% del 2017 per arrivare al 14% del 2019. In salita anche la percentuale di chi crede che sia in corso un processo di decadimento del linguaggio (+4%): dal 9% al 13%.
Gli utenti della Rete sono sempre più convinti che ormai i nostri dibattiti online si svolgano solo attraverso le estremizzazioni delle opinioni (+5%): dal 7% del 2017 al 12% del 2019. A conferma che il web viene percepito come terreno ostile per un confronto costruttivo.
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Significativa la percentuale che vede gli intervistati d’accordo all’80% sulle false notizie come un grave problema per la società.
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Sconfortante, invece, quel 68% che si è rassegnato alla violenza verbale online considerandola il nostro nuovo modo di comunicare ai tempi di internet.
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Vittime dell’hate speech
Una nota importante va fatta sui dati riferiti alle vittime di hate speech.
È in diminuzione rispetto al 2017 la percezione che a subire linguaggi violenti siano i migranti (-12%) – si passa dal 20% del 2017 all’8% del 2019 – i politici (-8%) – dal 22% al 14% – e le donne (-8%), dal 19% all’11%.
In aumento, invece, l’idea che le nuove vittime siano le forze dell’ordine (+3%): se nel 2017 era il 6% adesso cresce fine al 9%. Invariate restano le percentuali per omosessuali, personaggi dello spettacolo, disabili.
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Cittadinanza digitale a scuola
Nella giornata di Parole a Scuola Young è stato possibile lavorare con 80.000 studenti e 2.300 insegnanti in Italia sul tema della cittadinanza digitale.
Nella cornice di questo evento, SWG ha rilevato che l’87% degli intervistati ritiene che la cittadinanza digitale debba diventare materia scolastica per diffondere un uso consapevole e maturo della Rete.
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Nota metodologica
Indagine svolta da SWG con tecnica CAWI tra il 23 e il 25 maggio 2019 su un campione di 1.200 soggetti maggiorenni rappresentativo della popolazione italiana per zona geografica, età e genere.
L’indagine riprende una serie di quesiti rivolti a un campione omogeneo, nell’aprile del 2017 per porre le risposte a confronto.