Dubby: il vocabolario inclusivo che combatte gli stereotipi | Parole O_Stili
Dubby: il vocabolario inclusivo che combatte gli stereotipi (una parola alla volta)

Dubby: il vocabolario inclusivo che combatte gli stereotipi (una parola alla volta)

23/04/25

Dubby – Inclusione senza termine è un vocabolario inclusivo pensato e realizzato da Sky insieme a Parole O_Stili, con un obiettivo semplice e potente: trasformare il dubbio in una possibilità. Perché se ti chiedi “esiste un modo più rispettoso per dire questa cosa?”, allora sei già sulla buona strada. Il resto è consapevolezza, studio, approfondimento.
Cos’è Dubby?
Dubby è uno strumento digitale, gratuito e accessibile, pensato per aiutarci a scegliere parole più consapevoli. Un vero e proprio vocabolario inclusivo, dove ogni termine è spiegato con chiarezza, esempi concreti e contesto.
Dubby è uno strumento in costante evoluzione. Ogni mese si arricchisce con quattro nuove parole, oggi conta già 175 voci legate all’inclusione e alla diversità.
E se una parola manca? Puoi proporla tu. Perché l’inclusione non si costruisce dall’alto, ma con il contributo di tutti e tutte.
Un gruppo di figure giocattolo
A cosa serve (davvero) Dubby?
  • A chi scrive: perché ogni parola può fare la differenza in un post, una mail, una job description.
  • A chi parla in pubblico: perché il linguaggio rappresenta, e rappresentare con cura è un atto di responsabilità.
  • A chi lavora in azienda: perché ogni comunicazione – interna o esterna – è un biglietto da visita.
  • A chi vuole imparare: perché l’inclusione si costruisce anche nei dettagli.
Un progetto che parla davvero a tutte e tutti
Dubby non parla soltanto di inclusione. Dubby è inclusione a partire dalla grafica.
C’è una parentesi che non si chiude mai, un segno semplice ma potente: ci ricorda che il linguaggio è in continua evoluzione, che non c’è mai una fine quando si parla di rispetto, di cura, di cambiamento. È una parentesi che accoglie, non che isola.
Poi c’è la scelta della font: si chiama TestMe, ed è stata sviluppata per essere facilmente leggibile anche da chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento. Perché un progetto che parla a tutte e tutti non può dimenticare nessuno, nemmeno nei dettagli.
E infine, c’è il nome. Dubby. Breve, facile, senza connotazioni di genere. Non è un dizionario e nemmeno un assistente virtuale. È qualcosa di più simile a un amico: uno a cui puoi chiedere le cose senza sentirti in difetto, che ti dà una mano nei momenti di incertezza. Perché chiedere è il primo gesto di inclusione.
Perché Dubby è utile in azienda
In contesti di lavoro complessi e multiculturali come quelli aziendali può rafforzare uno stereotipo, ferire, escludere. 
Avere a disposizione un vocabolario inclusivo come Dubby è utile perché:
  • Forma senza colpevolizzare.
  • Spiega senza semplificare.
  • Accompagna senza giudicare.
Usare Dubby è un gesto semplice, ma potente. È un “mi fermo un attimo” prima di scrivere, un “posso dirlo meglio?”. Ed è anche un modo per portare l’inclusione nella pratica quotidiana, non solo nei documenti ufficiali o nelle policy.
Conclusione
Dubby non è un semplice vocabolario inclusivo, è una bussola.Non ti dice solo “questa parola è sbagliata”, ma ti chiede: c’è un’alternativa migliore? C’è un modo più giusto per raccontare una realtà?E in questo, è perfettamente in linea con lo spirito di Parole O_Stili.
Dubby – Inclusione senza termine è il promemoria che ogni parola è una scelta. E scegliere le parole giuste può cambiare le cose.
🎯 Vuoi attivare un percorso formativo sul linguaggio inclusivo nella tua azienda o scuola? Scrivici a info@paroleostili.it 
Per approfondire