Ciao <<Nome>>,
come stai?
Ancora una volta vogliamo aprire questo numero della nostra newsletter con una notizia che ha spopolato sulle pagine dei giornali durante questa settimana: “
WhatsApp aggiorna le regole sulla privacy”.
Sono stati tanti gli articoli, i post, e i commenti che sono seguiti alla notizia. La gran parte di questi hanno usato una narrazione allarmistica e preoccupante. E tra queste, come poteva mancare, anche qualche sonorissima fake news: "
WhatsApp a pagamento e virus “buonanotte buongiorno”.
Ma procediamo con ordine e capiamo cosa è successo.
Le nuove regole in che modo sono cambiate?Innanzitutto specifichiamo che queste modifiche saranno diverse per i Paesi che si trovano fuori o dentro l’Unione Europea.
Per i primi il servizio di messaggistica renderà obbligatoria la condivisione di alcuni dati con Facebook (l’azienda proprietaria di WhatsApp), ai fini della creazione di inserzioni commerciali e per migliorare l’esperienza dell’utente.
Per i Paesi dell’UE, invece, non cambierà nulla perché siamo tutelati dalle normative a protezione della privacy; quelle che più comunemente hai sentito nominare come GDPR. Tra le altre cose, grazie a quelle regole, infatti, la condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook non è autorizzata.
Se non cambia nulla perché tanto clamore?Perché
WhatsApp è l’app di messaggistica più usata dagli italiani, quindi è normale che novità e cambiamenti entrino all’interno del dibattito quotidiano. Prova a contare tutte le volte che in una giornata accedi alla tua chat per scrivere messaggi, inviare foto, registrare vocali… Un numero impressionante, vero?!
Ad esempio, lo stesso
Garante della Privacy se n’è interessato esprimendosi sulla correttezza del messaggio inviato dalla App ai suoi utenti: “
Il Garante ritiene che dai termini di servizio e dalla nuova informativa non sia possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio.”
Insomma, se n’è parlato e dibattuto così tanto, soprattutto a livello internazionale, che proprio qualche ora fa
WhatsApp ha rimandato l’aggiornamento al prossimo maggio. Vogliono fare le cose per bene, insomma.
Per concludere e capire meglioCome
spiega IlPost in questo approfondito articolo: “
Se vivete nell’Unione Europea e non eravate preoccupati per WhatsApp prima, non ci sono ragioni per esserlo adesso”.
Le nostre conclusioni fanno un’altra riflessione, ritenendo queste occasioni come importantissime per approfondire un tema fondamentale: la consapevolezza e la responsabilità nell'utilizzo dei tanti servizi digitali che quotidianamente utilizziamo.
Restare informati è il passo più importante per vivere online in modo più sereno.
E a proposito di consapevolezza.
Dal
report 2020 della Polizia Postale, pubblicato qualche settimana fa, emerge che sono sensibilmente aumentate le minacce e le truffe online (oltre 98.000).
Ma i dati che più ci colpiscono sono quelli legati: al revenge porn (con 59 denunciati), allo stalking (con 143) e alla
sextortion (con 636), per concludere con le minacce online che hanno superato le 1000 denunce.
Un dato che ha una doppia lettura: ad essere aumentati forse non sono solo i reati ma anche la consapevolezza da parte dei cittadini nel fare appello alla giustizia in queste situazioni.