Ciao!
Oggi è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e noi vogliamo fermarci a riflettere su una parola in particolare: cyber-violenza.
“La cyber-violenza contro le donne è un atto di violenza di genere perpetrato direttamente o indirettamente attraverso le tecnologie dell’informazione o della comunicazione che produce o che è molto probabile che produca danni fisici, psicologici, economici o sofferenze di vario tipo. Comprende anche le minacce di tali atti, che possono essere attuate sia pubblicamente che privatamente.” Questa è la definizione che ne da il “Comitato consultivo per le pari opportunità tra donne e uomini dell’UE”.
Già, perché una delle violenze sempre più frequenti è quella che colpisce le vite digitali delle donne.
Quali sono le forme di cyber-violenza? Facciamo un elenco.
- Stalking attraverso il controllo ossessivo degli account social, interazioni eccessive (es. commentare tutti i post, menzionare ripetutamente) o l’uso di account falsi per spiare.
- Messaggi offensivi, minacce o insulti inviati tramite social media, e-mail o app di messaggistica.
- Diffusione di foto o video privati senza consenso, inclusi i deepfake, ovvero immagini false manipolate con l’AI.
- Accesso non autorizzato a dati o account personali, come comunicazioni salvate sul cloud o dispositivi smart.
- Controllo remoto di webcam e dispositivi intelligenti, inclusi assistenti vocali, elettrodomestici e sistemi di sicurezza connessi.
- Sorveglianza GPS, attraverso App di monitoraggio degli spostamenti.
- Uso di stalkerware, software e App progettati per monitorare segretamente la vita privata attraverso dispositivi personali.
Secondo il report della Polizia Postale 2023, gli strumenti più utilizzati per minacciare le donne online sono:
- Social network (50%)
- App di messaggistica (31%)
Fino a qualche mese fa, non esisteva una definizione condivisa di cyber-violenza contro le donne, una lacuna che creava disparità nella tutela e nel modo di affrontare questa forma di violenza digitale.
Oggi, grazie alla Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, l’Unione Europea dispone del primo strumento giuridico completo per contrastarla.
La cyber-violenza ha effetti devastanti sulla salute mentale di chi la subisce: provoca depressione, stress, attacchi di panico, scarsa autostima. Le più giovani sono particolarmente vulnerabili, con conseguenze sul rendimento scolastico, sulla vita sociale e sulla partecipazione al dibattito pubblico, sia online che offline.
Chi subisce violenza online spesso mette in atto misure di autoprotezione che limitano la propria libertà, come:
- Ritirarsi dai social.
- Ridurre le interazioni sociali.
Questi comportamenti finiscono per isolare ulteriormente le vittime, riducendo la loro partecipazione attiva alla vita pubblica.
C’è un trend sui social, partecipato sia da adolescenti ma anche da adulti, che prevede la creazione di contenuti con lo scopo di far vedere - non senza un certo punto di orgoglio - che il proprio fidanzato è molto geloso e non tollera alcuni comportamenti.
Alcuni di questi contenuti dicono: “Sono stanco di nascondermi sono geloso a merda togliti da tutti i social", “Quando il tuo fidanzato è leggermente geloso e non approva il tuo outfit", “Dimmi che hai un fidanzato geloso senza dirmi che hai un fidanzato geloso”.
Come abbiamo scritto oggi sui nostri profili social, la gelosia è un campanello d'allarme. Un campanello che deve suonare per ricordarci che l’amore non si misura con il controllo, ma con il rispetto e la fiducia.
Secondo l’ultimo report di Fondazione Libellula, il 32% delle ragazze e il 56% dei ragazzi pensano che la gelosia sia un’espressione d’amore. Ma romanticizzare o normalizzare questi comportamenti rischia di trasformare il controllo in una zona d’ombra dove i sentimenti si confondono con la violenza.
Ignorare questi segnali significa accettare una narrazione pericolosa. È fondamentale accompagnare uomini e donne a riconoscere i confini dell’amore per costruire relazioni basate su fiducia, libertà e rispetto.