Politica e legge
Il panel
“Aledanno”, “Psiconano”, #staisereno, #sgonfialaboldrini, #SonoUnMoralistadelCazzo
Perché soprattutto in politica non si può fare dell’insulto e del turpiloquio una consuetudine di linguaggio.
I politici si sono gettati nell’arena virtuale spesso ignorando i rischi e sovrastimando i possibili benefici. È stata una febbre collettiva – ovvero una ricerca di consenso e approvazione – che ha contagiato per lungo tempo la classe politica in tutta la sua interezza. Dando per scontata la possibilità di ottenere quasi solo dividendi positivi: non è andata proprio così. Perché se da un lato Facebook, Twitter (e Instagram) hanno consentito a qualunque politico di raggiungere facilmente centinaia di migliaia di persone, dall’altro le stesse piattaforme social hanno cancellato tutto il “cordone di sicurezza” che consentiva alla politica di tenere alla larga gli hater. In un comizio reale quelli che manifestano “contro” vengono lasciati ai cancelli: le proteste diventano un rumore lontano. Su Facebook e Twitter, invece, non c’è la polizia a difenderti. Ogni politico è solo con i suoi interlocutori. E l’unica regola che vale è quella della giungla: uno vale uno e vince il più forte. Così è facile perdere il controllo della propria fan page che da generatore di like e consenso può facilmente trasformarsi in moltiplicatore d’odio, insulti, minacce e disprezzo. Per questo – con sempre maggiore frequenza – i politici hanno deciso di dare l’addio alla rete.
Ma scappare non può essere la soluzione. Bisogna starci in rete, in modo diverso. Serve il coraggio di andare oltre gli slogan, tornando a parlare di complessità e rifuggendo la semplificazione assoluta o la battuta ad effetto. È una sfida che questa classe politica è capace di vincere?
Le difficoltà di gestione possono trasformarsi in un’occasione di dialogo democratico più costruttivo? Inoltre, come dovrebbe intervenire la politica per regolamentare situazioni di ostilità in rete? E le implicazioni legali?
Per approfondire:
La Commissione Joe Cox della Camera sull’hate speech
Renzi in visita a Parma e l’odio in rete (La Repubblica)
Democrazia e rumore di fondo (Strade)
Eco chambers: The wall street journal sulle presidenziali USA (articolo in inglese)
La vittoria di Trump costruita sui social (Il Sole 24 Ore)
Mi insultano su FB, che faccio? (dal blog Parolacce)
Coordinatore:
Giorgio Gori
Sindaco di Bergamo
Dino Amenduni
Socio di Proforma, esperto di comunicazione politica
Ernesto Belisario
Avvocato, Prof. universitario
Flavia Marzano
Assessora Roma Semplice
Stefano Menichini
Capo dell’Ufficio Stampa e Responsabile della Comunicazione della Camera dei Deputati
Francesco Nicodemo
Segreteria tecnica Presidenza del Consiglio dei Ministri
Marco Orofino
Professore presso Università degli Studi di Milano
Giorgio Trono
Avvocato